” (…), fin dove giungeva il mio sguardo, migliaia e migliaia di cadaveri coprivano la terra. Non sarebbero stati che carne marcia, quei morti, se non vi fosse stato tra loro qualcuno che si era sacrificato per gli altri, per salvare il mondo, perché tutti coloro, innocenti e colpevoli, vincitori e vinti, ch’eran sopravvissuti a quei giorni di lacrime e di sangue, non dovessero vergognarsi d’essere uomini. V’era certo il cadavere di qualche Cristo, fra quelle migliaia e migliaia d’uomini morti. Che cosa sarebbe avvenuto del mondo, di noi tutti, se fra tanti morti non vi fosse stato un Cristo?”
(Curzio Malaparte – La pelle)
“La pelle” è un libro intenso, originale e complesso; l’ennesima testimonianza di quell’esperienza tragica che ha segnato la vita di milioni di persone ed è stata raccontata con ostinazione, originalità e solerzia da migliaia di scrittori: la seconda guerra mondiale. All’indomani della liberazione, l’Italia è un paese dilaniato, poco più che un gigantesco campo di battaglia gonfio di morti. Curzio Malaparte vuole essere cronista inflessibile e attento di questa realtà malata, che puzza di odio e violenza, intrisa d’inerzia fratricida; narratore amante del grottesco, delle immagini forti, troppo stanco della morte per non cedere alla tentazione della vita, egli ambienta, quasi interamente, il proprio romanzo in una Napoli invasa dagli Alleati. Miseria e disperazione lasciano emergere biechi istitinti primordiali, li pervertono con le ragioni dell’intelligenza. L’autore non nasconde mai la propria sofferenza, trovando il coraggio di mostrare commozione e vergogna anche dinnanzi alle scene più atroci. Eppure, non un solo dettaglio deve essere taciuto perchè la Storia chiede di essere raccontata in tutta la sua crudele essenzialità, senza né sconti né omissioni. Il timido filo conduttore dei fatti è il dolore umano, quel gigantesco mistero calato sul mondo come un sipario alla fine della creazione. Fame, povertà, paura lasciano emergere le oscure nefandezze che albergano nel cuore. Pedofilia, prostituzione, perversioni e violenze urlano imperativi cui non è possibile sottrarsi, punto di partenza ineludibile nella tormentata corsa ad ostacoli della vita. Certo, sarebbe più facile fare un passo indietro e volgere lo sguardo altrove. Sarebbe facile e allettante… ma anche assolutamente stupido. Non affrontare ciò che ci portiamo dentro è il presupposto per diventarne schiavi. Malaparte lo sa e non si lascia intimidire: se un unico uomo fosse in grado di morire per qualcuno, tutte le atrocità degli altri scomparirebbero dinnanzi alla grandezza di quel gesto; nell’ecatombe che è la guerra, si intuisce, allora, una timida, solida certezza: che questo Cristo esiste, solitario e freddo, abbandonato chissà dove, con indosso la propria dose di aristocratico dolore, unica speranza per redimere il male del mondo.
ciao,piacere Giovanna:-)
non ci conosciamo,ma internet serve anche a conoscersi.
Vedo che leggiamo dei blog in comune…
se ti va passa da me,questo il mio diario on line:
http://giovy81.splinder.com
e quest’altro è il mio gruppo di poesia:
http://simposiodipoeti.splinder.com
ciao,Gio.
🙂
unpost.molto.sensibilead.un.argomento.davvero.vasto:c’è.speranza.c’è.dolore.nelle.tue.parole..ma.c’è.anche.una.degna.sensibilità.che.mi.fà.piacere.leggere.e.constatare.
a.rileggerci.
ti.aspetto.nei.miei.blog.
ciao
gio
mai letto questo libro! ma deve essere molto forte e crudo. bacio
Non conosco questo libro…..
Anyway passavo da queste parti….un saluto 🙂 ciaoooo
accetto il consiglio.
Un saluto!
Non conoscevo questo libro…potrebbe essere interessante davvero. Grazie per il consiglio 🙂
Grazie per la sprone
Non conosco questo libro, i libri sulla guerra mi mettono angoscia.
Un saluto
ciao ho visitato il tuo blog
e stato un piacere scorrerlo anche se a volte un po’ crudo
il tempo che viviamo ci fa’ star male
se guardiamo indietro.
ciao a presto
Grazie dell’invito…sei bravissimo! Un abbraccio, azzurra.
ciao,
ho fatto un saltino, come mi avevi chiesto te!
grazie dell’invito, ciao ciao!
Deve essere un libro molto “forte”…
Non è il mio genere! 🙂
Bel blogghino… ^^
Libro indubitabilmete barocco, pieno di umori e di liquami scorrenti sottopelle.
P.S. Sono di origine napoletana, e quando ho letto la scena degli stranieri che si mangiavano la sirena-bambina, ho visto più della metafora della Napoli-Partenope sbranata dall’ invasione mercantile e solo latamente culturale degli States. E’ la Sirena che tace per sempre, Melusina uccisa. Fingeremo, come Kafka, che le sirene continuino a cantare…..
Un saluto, e grazie per avermi invitato a dare un’ occhiata al tuo blog.
come promesso sono passata…impegnativi i tuoi post..buona serata .
come vedi ho accetato l’invito…
Un saluto…
Ciao,
Come sai non sono persona che chiede che si legga i miei post, ma questa è una iniziativa che ho pianificato e non ancora spiegato a fondo, ma tutto pronto per far partire la macchina con la speranza della giustizia verso le Donne
Un abbraccio
ecco, quello che non dovrebbe mancare mai, la solidarietà.alice
Sempre interessanti le tue recensioni. Sapevi che Malaparte è stato anche un autore ucronico? Ha scritto “Storia di domani” , in cui il PCI va al potere subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale http://menzinger.splinder.com/post/15529779/Quali+sono+i+principali+romanz
ciao,di corsa ma col cuore. Ale
mai letto…interessante:)un saluto:)
Carissimo, come ti và, tutto bene ora?
Buon inzio di settimana
un dolce sorriso di buongiorno a teee!
passo per un saluto… bolg interessante, molto culturale. ciao ciao
un libro molto crudo, forte. estremamente duro. fa male alla “pelle”… ma tutti dovrebbero leggerlo.
Ultimamente non riesco più a leggere nessun libro. Spero arrivino presto tempi migliori. Comunque terrò conto di questa lettura!
io invece il libro lo conosco….non lo avresti mai detto!p
Buon week end all’uomo più colto e sensibile…della rete..;-)
boh..ma hai paura a confrontarti sul web?
Generalmente preferisco le cose raccontate nella loro realtà…trovo inutile raccontarsi le ‘favolette’ quando l’argomento in questione non è di certo dilettantistico…se decido di leggere un libro di storia, di guerre o cose simili devo essere consapevole di quello che mi aspetta! I libri in fondo servono proprio ad aumentare le nostre conoscenze facendo anche riflettere ponendo l’attenzione su aspetti a cui difficilmente si pensa!
Un saluto.
se un libro non insegna o non diverte sta’ facendo male il suo dovere.
La pelle e il libro che mi da gli stessi brividi che mi da l’immagine filmata di quella montagna di ex-persone pelle e ossa vicino ad una fossa mentre qualcuno ancora si muove..
che infamia la guerra, perchè gli uomini la cercano e la vogliono?
La pelle è certo uno dei romanzi più noti di Malaparte ma pochi lo conoscono come autore ucronico di “Storia di domani”. L’hai per caso letto?
Un libro importante che continua ad essere ai margini della nostra letteratura e delle nostre librerie.
Ottima la tua “recensione”.
Michele
parlare del dolore è sempre estremamente difficile.
altrettanto riflettere sulla nostra storia dolorosa
se vuoi, se non hai già letto, eccoti
“Goetz e Meyer” di david albahari
gran bel blog
i miei più radiosi complimenti
le vie di Dio non sono le nostre vie,a Lui tutto è possibile, noi uomini non possiamo sapere il perchè di cose accadute,ma sicuramente possiamo sapere che da un male può nascere un bene,ecco cosa vuol dire per me soffrire,vuol dire capire. e non si soffre solo da una parte,nel senso che non solo quelli che parlano hanno sofferto o soffrono,ci sono quelli a cui non si dà la parola perchè dalla parte opposta,perchè sconfitti dai “liberatori”,e il loro dolore per questo non esiste perchè non se ne parla…ma tantissimi giovani e non solo,sono morti perchè credevano e combattevamo per dei valori che “naturalmente sono sbagliati” perchè sconfitti…oggigiorno invece i giovani muoiono per i grandi valori della droga delle discoteche dell’alcool ecc ecc che la grande democrazia, con la scusa di lasciare liberi gli uomini, ha portato per il bene delle generazioni presenti e future.
questa libertà non la voglio…
“…preferisco cadere lottando sulla strada dell’onore piuttosto che vincere per mezzo di un infamia…” diceva C.Z.CODREANU